|  1921, Monelli, pp. 132-229Monelli, Paolo
 1921
 Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino
 | 502 | Chiamo  Da Sacco  il fabbro a consulto, occhietti vivi sul viso scarno e bruno, che è stato diciannove anni a  Salisburgo , e che non sorride mai. |  | 
|  1921, Monelli, pp. 132-229Monelli, Paolo
 1921
 Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino
 | 503 | Da Sacco  dice |  | 
|  1921, Monelli, pp. 132-229Monelli, Paolo
 1921
 Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino
 | 515 | Prima però  Da Sacco  si deve costruire uno scalpello e una pinza, dopo si mette a fabbricar chiodi, senza testa, non importa, si lasciano battere lo stesso, come i generali (quelli austriaci, diciamo). |  | 
|  1921, Monelli, pp. 132-229Monelli, Paolo
 1921
 Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino
 | 1162 | E  Degàn  ripartirà per le cave d’oltralpe a batter il pistoletto,  Da Sacco  riprenderà gli arnesi da fabbro per la botteguccia di  Salisburgo ,  Pellin  andrà a vedere se la sua tirola ha fatto zaino a terra senza il suo intervento,  Mezzomo  guiderà ancora i carri su per le strade gelate,  Zanella  cercherà invano la casa sul  Piave  che la guerra gli ha spianato e partirà anche lui, dietro agli altri, per le miniere o le strade d’oltralpe. |  |