Voci della Grande Guerra

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1921, Cadorna vol II, pp. 89-118
Cadorna, Luigi
1921
La guerra alla fronte italiana fino all’arresto sulla linea della Piave e del Grappa: 24 maggio 1915-9 novembre 1917 vol. 2
183In definitiva si può quindi affermare che la determinazione del Comando supremo fu esclusivamente inspirata ad un giusto e concreto apprezzamento della situazione, e che, mentre sul nostro scacchiere si ripercuotevano, con una ingente concentrazione offensiva, i primi effetti della defezione russa, il Comando supremo, subendo la ferrea necessità della difensiva, instaurava quel regime di guerra che, in seguito, i capi militari delle potenze alleate riuniti a Versailles, riconoscevano come il solo atto a controbilanciare con successo l’aumentata potenzialità offensiva delle potenze centrali, fino a che si rendesse efficace l’aiuto americano.
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La guerra alla fronte italiana fino all’arresto sulla linea della Piave e del Grappa: 24 maggio 1915-9 novembre 1917 vol. 2
184Deciso, per tali gravissime ragioni, di sospendere l’offensiva, tosto comunicai tale decisione ai Comandi delle armate 2.a e 3.a colla seguente lettera del 18 settembre, avente per oggetto: «Predisposizioni difensive» — lettera che è fondamentale nella valutazione degli avvenimenti che seguirono:
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185«Il continuo accrescersi delle forze avversarie sulla fronte Giulia fa ritenere probabile che il nemico si proponga di sferrare quivi prossimamente un serio attacco, tanto più violento quanto più ingenti forze esso potrà distogliere dalla fronte russa, dove la situazione sembra precipitare a tutto vantaggio dei nostri avversari.
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186«Tenuto conto di ciò, della situazione dei complementi e del munizionamento, ben note a V. A. R. (a V. E.), decido di rinunciare alle progettate operazioni offensive e di concentrare ogni attività nelle predisposizioni per la difesa ad oltranza, affinchè il possibile attacco ci trovi validamente preparati a rintuzzarlo.
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187«A tale precisa direttiva prego pertanto V. A. R. (V. E.) di orientare fin d’ora ogni predisposizione, l’attività delle truppe, lo schieramento delle artiglierie ed il grado di urgenza dei lavori.»
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188Tale ordine fu emanato 36 giorni prima dell’inizio dell’attacco nemico.
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189Nessuno dirà che sia mancato il tempo pei preparativi necessari a fronteggiare l’attacco, per la correzione delle linee di difesa se ce ne fosse stato bisogno e pel passaggio dallo schieramento offensivo delle artiglierie a quello difensivo.
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190Contemporaneamente davo partecipazione ai capi di stato maggiore degli eserciti alleati di tale decisione.
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191Una lettera del 21 settembre, nella quale se ne esponevano le ragioni, terminava colle seguenti parole:
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192«Concludendo, se la situazione russa dovesse precipitare anche maggiormente, noi potremmo trovarci già in questo scorcio di stagione operativa e, certamente, a primavera, di fronte a un nemico decisamente superiore di numero ed animato dal proposito di attaccarci a fondo.
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193«Perciò, il Comando supremo italiano, considerando che un eventuale insuccesso potrebbe avere gravissime conseguenze per la causa comune degli alleati, e che tale insuccesso si produrrebbe fatalmente qualora l’attacco nemico ci cogliesse in crisi di complementi e di munizioni, ho dovuto, pur con vivissimo rincrescimento, prendere la decisione di sospendere gli apprestamenti per la progettata ripresa offensiva, e di provvedere invece per riordinare le forze e predisporre una salda difesa ad oltranza su tutta la fronte, in modo che nessuno degli avvenimenti che potrebbero derivare dalla mutata situazione russa abbia a trovarci impreparati, nè ora, nè a primavera del 1918.
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194«Quanto sopra il Comando supremo italiano ha il dovere di portare a conoscenza degli alti Comandi alleati».
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195Ma, delle esposte ragioni poco si mostrarono persuasi gli stati maggiori alleati.
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196Alla vicina offensiva austriaca, fino all’ultimo momento essi non credettero, e non compresero le esigenze della nostra fronte, come non ne avevano mai prima compresa l’importanza.
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197Nel convegno di Parigi di fine luglio era stata promessa, come già dissi, una grande offensiva, mentre gli alleati avrebbero desiderato che ne svolgessimo due per le quali ci mancavano i mezzi.
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198Noi avevamo mantenuto larga fede ai patti, poichè avevamo condotta a fondo un’offensiva multipla, di grandissimo stile, di lunga durata e di molto frutto per quel che riguardava il logoramento del nemico.
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199Agli alleati sembrò forse che le operazioni ulteriori, alle quali il Comando supremo aveva rinunciato, non fossero che il proseguimento dell’offensiva compiuta, mentre, in realtà, erano da considerarsi come una nuova offensiva.
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200Questi equivoci ebbero per conseguenza un vivace scambio di telegrammi e il ritiro delle 99 bocche da fuoco franco-inglesi che fin dalla primavera erano giunte sulla nostra fronte, nonchè delle 102 francesi che stavano arrivando;
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201imperocchè, ci fu detto, esse erano state inviate a scopo offensivo e non difensivo.
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202Il momentaneo disaccordo cogli alleati non sarebbe sorto, nè equivoci avrebbero potuto manifestarsi se, fin d’allora, fosse esistito l’organo interalleato che doveva nascere un mese e mezzo dopo, ma solo dopo la triste esperienza di Caporetto: