|  1921, Monelli, pp. 1-121Monelli, Paolo
 1921
 Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino
 | 270 | Perché dice il caporalmaggiore  Ferracin , che in accantonamento è sempre ubbriaco, ma in combattimento è sobrio e coraggioso, e sarebbe già sergente senza quel viziaccio, dice  Ferracin  tirandosi la barba lunga e crespa: |  | 
|  1921, Monelli, pp. 1-121Monelli, Paolo
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 Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino
 | 272 | E in questa benedetta  valle Sugana , il caporalmaggiore  Ferracin  non ha nessuna difficoltà a continuare la guerra fino alla consumazione di tutti gli austriaci, in questa felice  valle Sugana  che ha le cantine piene di vino e i granai colmi di mele odorose, e  Monegat  il rosso va di pattuglia con fiasco e sacchetto a terra, per riempirli. |  | 
|  1921, Monelli, pp. 1-121Monelli, Paolo
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 Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino
 | 324 | Ferracin  da la voce, il plotone aggrappato alle funi in uno strappo tira innanzi il bestione testardo. |  | 
|  1921, Monelli, pp. 1-121Monelli, Paolo
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 Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino
 | 549 | Degan  e  Ferracin , salutate le ultime osterie, dove non è vero che prendevate la balla, come dicono i profani, ma ritrovavate con l’aiuto d’un litro di rosso tante cose buone smarrite, il letto, i piccoli, la casa, la speranza di tornarci dopo la guerra, i compagni della miniera, gli scherzi da recluta. |  |