Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #473
| Autore | Gadda, Carlo Emilio | 
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore | 
| Editore | Garzanti | 
| Luogo | Milano | 
| Data | 1991 | 
| Genere Testuale | Diario | 
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena | 
| N Pagine Tot | 149 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 149 | 
| Parti Gold | 13-131 | 
| Digitalizzato Orig | No | 
| Rilevanza | 2/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
La speranza di rimanere e il desiderio spingevano tutti a trovar falsa la diceria e a nutrire fiducia di restare a Rastatt.
Così tutto il giorno le diverse opinioni mantennero il campo in uno stato di esaltazione e di nervosismo. —
Comunque la probabilità della partenza era considerata da tutti, e da me pure, come una grande villania, un vero affronto agli ufficiali italiani, i quali erano fatti sgomberare per far posto agli Inglesi.
Si diceva che come noi eravamo stati 5 mesi al Russenlager e alla Caponiera 17, nell’orrore del sudiciume, dei pidocchî, dell’umidità, del freddo, così anche gli Inglesi avrebbero potuto aspettare 15 giorni.
E poi il campo era ora quasi sistemato; le camere del Ridotto 16, del Rid. 15, della Friedenscaserne imbiancate:
i letti venivano portati, i pagliericci e gli armadi preparati.
Ancora erano stati acquistati dei giochi (crocquet, 38 tamburelli, bocce) e doveva esser messo un bigliardo, un pianoforte, altri strumenti musicali, e si doveva aprire tra di noi una biblioteca.