Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #115
| Autore | Gadda, Carlo Emilio | 
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore | 
| Editore | Garzanti | 
| Luogo | Milano | 
| Data | 1991 | 
| Genere Testuale | Diario | 
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena | 
| N Pagine Tot | 149 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 149 | 
| Parti Gold | 13-131 | 
| Digitalizzato Orig | No | 
| Rilevanza | 2/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
Sul conto di questi, che hanno il solo torto di essere in un posto meno doloroso e disastroso degli altri, se ne dicevano di cotte e di crude:
si parlava di rapporti a cui si darebbe seguito in Italia, di bastonate, ecc.;
la folla affamata era in uno stato di esasperazione. —
Decisero di eleggere uno in sostituzione di Garbellotto:
e questo fu Piazza, il nostro capo camerata, (lo scultore che sembra Giacomo Leopardi). —
Intanto il generale Fochetti, uno dei due prigionieri, e Farisoglio, per l’interessamento di Bruno, e per esser io abbastanza amico di Tecchi (ufficiale d’ordinanza di Fochetti) avevano scelto me. —
Quando io seppi dell’elezione, lasciai il posto, a cui ancora non avevo acceduto, a Piazza.