Lettere di combattenti italiani nella grande Guerra (vol.1) Frase: #15
| Autore | |
|---|---|
| Professione Autore | |
| Editore | Edizioni Roma |
| Luogo | Roma |
| Data | 1935 |
| Genere Testuale | Lettere |
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
| N Pagine Tot | L, 195 |
| N Pagine Pref | 50 |
| N Pagine Txt | 195 |
| Parti Gold | 9-51 |
| Digitalizzato Orig | No |
| Rilevanza | 2/3 |
| Copyright | Sì |
Contenuto
Papà è tanto contento, perchè ha saputo che il suo bambino maggiore è tanto tanto buono, e va a scuola volentieri e sta attento e studia.
Bravo Lellico mio:
si vede che proprio sei un ometto che capisci come la mamma, ora che il papà è lontano, alla guerra, abbia bisogno di essere tranquilla e di non aver preoccupazioni per la condotta o gli studi del suo figliolino maggiore:
e capisci anche che i nonni tutti, e specialmente nonno Enrico, hanno bisogno che i loro nipotini li compensino con i loro buoni portamenti, di tutti i dolori grossi grossi che hanno avuto.
E capisci poi che il tuo povero papà lontano lontano starebbe male, sarebbe sulle spine, se sapesse che il suo bambino non fosse buono e non studiasse....
Vedi, caro, qual’è il dovere dei soldati:
di combattere, di combattere bene, valorosamente, di dare anche la vita perchè l’Italia sia grande e possente.