Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #98
| Autore | |
|---|---|
| Professione Autore | |
| Editore | Bollati Boringhieri |
| Luogo | Torino |
| Data | 2000 |
| Genere Testuale | Lettere |
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
| N Pagine Tot | 528 |
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 528 |
| Parti Gold | 401-520 |
| Digitalizzato Orig | No |
| Rilevanza | 3/3 |
| Copyright | Sì |
Contenuto
L’anno scorso i pacchi ci hanno aiutato, ma quest’anno dubito assai che ci si riesca a sfamare.
Se questa tremenda sospensione di pacchi è una misura di rigore contro questa maledettissima IIa armata, che ha abbandonate le armi, è semplicemente infame coinvolgere noi pure nella stessa misura.
Ciò non mi stupisce giacché purtroppo il nostro beneamato Governo ci ha abituati a molte gentilezze, e stupirebbe invece se domani facesse del bene.
La restrizione prima, la sospensione poi dei pacchi a gente che sta morendo di fame è vergognoso, come è vergognoso aver lasciato pronunciare da quella marionetta degenerata di D’Annunzio che noi siamo degli imboscati di oltr’Alpe e degli svergognati.
Ci ritorneremo a tempo debito su tutto questo e su tutta l’amarezza che dobbiamo ingoiare, e non vedo l’ora di essere in Italia per iscrivermi al partito anarchico.
E vergognoso ed infame questo modo di trattarci, quando dei vecchi prigionieri sono stati presi feriti.
Frattanto qui si muore lentamente di fame e di pacchi non si sente più parlarne; è una desolazione.