Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #210
| Autore | |
|---|---|
| Professione Autore | |
| Editore | Bollati Boringhieri | 
| Luogo | Torino | 
| Data | 2000 | 
| Genere Testuale | Lettere | 
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena | 
| N Pagine Tot | 528 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 528 | 
| Parti Gold | 401-520 | 
| Digitalizzato Orig | No | 
| Rilevanza | 3/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
E un modo più economico e più sicuro.
Ho visto funzionare questo sistema nei campi dei francesi e inglesi ed ho constatato i buoni risultati.
Perfino il Governo russo di Kerenski ha fatto mandare delle biscotte ai nazionali e Dio sa se ne avevano bisogno:
Bisogna pure che l’accordo da intervenire contempli gli internamenti in Isvizzera e gli scambi.
Anche quando qualche sagrifizio fosse necessario, il Governo italiano dovrebbe consentirlo per ottenere la liberazione dei prigionieri dopo...
mettiamo 12 mesi e l’internamento degli ammalati.
In quanto a me debbo forse la vita alla Svizzera, sentivo veramente che non ne potevo più e pure, eppure mi sono sempre ritenuto per un prigioniero fortunato.