Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #51
| Autore | |
|---|---|
| Professione Autore | |
| Editore | Bollati Boringhieri |
| Luogo | Torino |
| Data | 2000 |
| Genere Testuale | Lettere |
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
| N Pagine Tot | 528 |
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 528 |
| Parti Gold | 401-520 |
| Digitalizzato Orig | No |
| Rilevanza | 3/3 |
| Copyright | Sì |
Contenuto
Come già vi ho scritto fui fatto prigioniero la mattina del 4 giugno, dopo pochi minuti che avevano sospesi i nostri lavori in prima linea, lavori che da oltre un mese e mezzo facevamo.
L’attacco nemico fu così fulmineo che non ci fu possibile neanche di difenderci e fui preso unitamente a due colleghi, che ora si trovano qui e ad una settantina di uomini della mia compagnia.
Appena prigionieri fummo condotti prima a piedi poi in treno fino a Lubiana ove spedii il primo telegramma... poi...
qui a Theresienstadt con tutti gli altri Ufficiali fatti prigionieri dal 3 al 6 giugno e che purtroppo erano alcune centinaia.
Qui a Theresienstadt siamo raccolti in una grande Caserma dalla quale non si esce che una volta per settimana per andare in campagna.
Ciò non ostante la vita che si conduce è abbastanza buona.
Abbiamo una sala convegno dove si fanno giuochi di Sala, un Teatro dove si producono artisti improvvisati, un cinematografo e seralmente concerto, ballo e varietà.