Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #8
| Autore | |
|---|---|
| Professione Autore | |
| Editore | Bollati Boringhieri | 
| Luogo | Torino | 
| Data | 2000 | 
| Genere Testuale | Lettere | 
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena | 
| N Pagine Tot | 528 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 528 | 
| Parti Gold | 401-520 | 
| Digitalizzato Orig | No | 
| Rilevanza | 3/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
Ora dunque ti spiego un po come ho passato quest’orribile mese di luglio.
Erano 26 di Giugno quando alla notte ci misero in cammino per andare a difendere la Patria.
Ecco che passato mezzanotte passammo il gran fiume dell’Isonzo e ci ricoperammo proprio al finir del monte S. Michele dove ci mettemmo entro baraccamenti fatti tutti di sacchetti pieni di sabbia e sassi, per difenderci dalle pallottole smarrite che fischiavano in aria.
Alla mattina del 27 mentre noi stavamo negli appositi ricoveri mentre l’artiglieria da tutti i lati cominciava a bombardare il nemico, e questo bombardamento durò tutta la giornata del 27 nottata con la mattinata del 28 di giugno, noi non ci toccava uscire perché eravamo di rincalzo al nostro Regg. ché il 3° Battaglione si trovava in linea.
Ecco espressamente venne ordine di correre sul Monte Cappuccio e mettersi tutti le maschere perché gli Austriaci buttavano i gassi sfissianti, i quali sono così potenti da togliere la vita all’uomo in un minuto secondo.
Insomma noi tutti divisi per plotoni, e compagnie dovettimo metterci per uno chi da una parte, chi dall’altra e salire dove nelle trincee del Monte Cappuccio che per camminamenti si vedevano alcuni soldati correre al posto di medicazione accompagnati da porta feriti —
strada facendo se ne vedevano molti morti, altri morire, chi lamentava e cercavano aiuto e nessuno poteva aiutarli perché dovevamo correre alle nostre trinceee di prima linea che gli austriaci erano già usciti dalle loro trincee e venivano giù;