Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #29
| Autore | Prezzolini, Giuseppe |
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore, giornalista |
| Editore | R. Bemporad |
| Luogo | Firenze |
| Data | 1918 |
| Genere Testuale | Memorie |
| Biblioteca | Biblioteca Comunale di Trento |
| N Pagine Tot | XV, 398 |
| N Pagine Pref | 15 |
| N Pagine Txt | 398 |
| Parti Gold | 2-405 |
| Digitalizzato Orig | No |
| Rilevanza | 2/3 |
| Copyright | Sì |
Contenuto
E dovette dire il vero; poichè egli ragionò male, come si ragiona negli accessi di furore (benissimo, si ride).
Io non saprei, se anche volessi, imitare il loro linguaggio.
Il ritorno atavistico alla barbarie primitiva è più difficile a noi che ne siamo di venti secoli più lontani.
(Bravissimo).
Non badiamo alle parole; atteniamoci alle ragioni ed ai fatti.
La tesi fondamentale degli uomini di Stato dell’Europa Centrale si racchiude nelle due parole «tradimento e sorpresa», rivolte all’Italia, tradimento e sorpresa verso i suoi «fedeli alleati».
Sarebbe facile domandare se abbia il diritto di parlare di alleanza e di rispetto ai trattati chi, rappresentando con tanta minor genialità di mente ma con uguale indifferenza morale la tradizione di Federico il Grande e di Ottone di Bismarck, ha proclamato che «necessità non ha legge», e ha acconsentito che il suo Paese calpestasse, bruciasse, seppellisse in fondo all’Oceano tutti i documenti e tutte le civili consuetudini del diritto pubblico internazionale.