Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1814
| Autore | Gadda, Carlo Emilio | 
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore | 
| Editore | Garzanti | 
| Luogo | Milano | 
| Data | 1991 | 
| Genere Testuale | Diario | 
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena | 
| N Pagine Tot | 149 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 149 | 
| Parti Gold | 13-131 | 
| Digitalizzato Orig | No | 
| Rilevanza | 2/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
Giunti sul ciglio dell’Isonzo attraverso i prati soleggiati dal sole delle 11, e sparsi di muli randagi, seppimo che anche il ponte di Ternova era stato fatto saltare.
In ogni modo ripiegammo lievemente a sinistra per poter scendere alla riva del fiume e risalirlo fino a Ternova o passarlo se in qualche punto fosse possibile a guado. —
Piegammo dunque un po’a sinistra, verso Caporetto, costeggiando il ciglio d’erosione, per alcune centinaia di metri;
ricordo che Mazzoleni Salvatore, il ciclista bergamasco della Val Seriana, bravissimo ragazzo, trascinava un mulo trovato randagio per ordine di Cola.
Io ne feci prendere un altro a Tognela Aristide (Valtellinese di Tirano, credo) classe 97;
(da borghese aveva la sua mula Perla, che mi raccontò conduceva in montagna a prender legna);
ma poi entrambi dovettero lasciarli, scendendo all’Isonzo, per la difficoltà del cammino. —