Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1798
| Autore | Gadda, Carlo Emilio | 
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore | 
| Editore | Garzanti | 
| Luogo | Milano | 
| Data | 1991 | 
| Genere Testuale | Diario | 
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena | 
| N Pagine Tot | 149 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 149 | 
| Parti Gold | 13-131 | 
| Digitalizzato Orig | No | 
| Rilevanza | 2/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
Noi cercammo di affrettare il più possibile, forzando la marcia, ma tenendo sempre radunata la compagnia:
di Cerrato nulla sapevamo. —
Lungo la magnifica rotabile, di costruzione militare, che congiunge Drezenka al ponte in ferro di Caporetto una colonna ininterrotta di muli fermi e abbandonati testimoniava che il ponte era saltato, ciò che già sapevamo:
sapevamo pure che a Caporetto c’erano i tedeschi e perciò avevamo tenuto a destra, con l’intenzione di passare l’Isonzo a Ternova.
La colonna dei muli, preziosi e insostituibili strumenti nella nostra guerra da montagna, quasi cari compagni di pericoli e disagi per l’artigl. da montagna e le compagnie mitragliatrici alpine, fu un nuovo e doloroso colpo per me.
Pensavo che nella notte fossero in gran parte salvi, invece no:
valutando a più di cinque km. la strada fittamente occupata dalla loro colonna, e m. 2,5 il posto d’ogni quadrupede, calcolai che duemila animali e più fossero gli abbandonati: