Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1760
| Autore | Gadda, Carlo Emilio | 
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore | 
| Editore | Garzanti | 
| Luogo | Milano | 
| Data | 1991 | 
| Genere Testuale | Diario | 
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena | 
| N Pagine Tot | 149 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 149 | 
| Parti Gold | 13-131 | 
| Digitalizzato Orig | No | 
| Rilevanza | 2/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
Era pure stanco, addoloratissimo, senza parole e aveva quell’automatismo di movimenti proprio delle persone fulminate:
aveva la voce bassa, roca, stanca. —
Ripresa la via passammo per le case di Rauna, che trovammo guaste e incendiate;
i soldati scorsero in cantine quantità di viveri, centinaia di fiaschi e scatole di marmellata e di carne, ecc. di qualche cantiniere il cui commercio riceveva un colpo da Hindenburg.
Sullo spiazzo d’un gruppo di case, credo Rauna, delle casse di sigarette Macedonia, a cui anche Cola e i soldati attinsero largamente:
erano preda futura degli austriaci.
E giù ora per prati, verso il torrente che raccoglie le acque del bacino di Drezenca e che scorre fra due rive incassate tra il Volnik e il Krasji: