Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1668
| Autore | Gadda, Carlo Emilio | 
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore | 
| Editore | Garzanti | 
| Luogo | Milano | 
| Data | 1991 | 
| Genere Testuale | Diario | 
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena | 
| N Pagine Tot | 149 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 149 | 
| Parti Gold | 13-131 | 
| Digitalizzato Orig | No | 
| Rilevanza | 2/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
Invece il batt. Val Chisone aveva realmente rincalzato il 97 e 98.° fant.
Durante il pomeriggio del giorno 24, seppi poi verso le 16 1/2, sentii una grande esplosione;
la attribuii allo scoppio di qualche deposito di munizioni, come m’accadde sul Carso a dolina Como, mentre di ben altro si trattava. —
Con me stette sempre il mio attendente Sassella, il quale era triste, inquieto, nervoso.
Si direbbe presagisse.
Io non potevo presagire e il motivo (si tenga ben presente) era questo avendo sottostato ai terribili concentramenti d’artiglieria del Carso e di Magnaboschi, che duravano intere giornate; e ricordando la nostra fucileria di Magnaboschi che faceva per ore intere un unico suono fuso (non scoppiettio, ma boato unico) mi attendevo a qualcosa di simile qui, mentre non sentii nessuna fucileria e il bombardamento fu violento ma non demolitore.
Ero dubbioso e speranzoso: