Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1646
| Autore | Gadda, Carlo Emilio |
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore |
| Editore | Garzanti |
| Luogo | Milano |
| Data | 1991 |
| Genere Testuale | Diario |
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
| N Pagine Tot | 149 |
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 149 |
| Parti Gold | 13-131 |
| Digitalizzato Orig | No |
| Rilevanza | 2/3 |
| Copyright | Sì |
Contenuto
pensavo e computavo i nastri di munizioni che ancor mi rimanevano per l’attacco a fondo, che presumevo si facesse forse l’indomani.
Verso sinistra ci sentivamo non sicuri, ma abbastanza protetti dalla 790.a (Krasji), dagli osservatorî, ecc.:
questa nostra sicurezza, derivante dalla nostra serenità e calma speranza, era per altro poco fondata.
Infatti il magg.re Modotti se l’era svignata nel pomeriggio, e credo con lui o poco dopo anche il furiere della nostra compagnia Ansaldi Vittorio, da Rovato (Brescia).
I cucinieri rimasero invece con gli ultimi.
Sulla vetta Krasji furono lasciate le munizioni della comp., le cassette del furiere, ecc.;
altra roba era a Kosec.