Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1424
| Autore | Gadda, Carlo Emilio | 
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore | 
| Editore | Garzanti | 
| Luogo | Milano | 
| Data | 1991 | 
| Genere Testuale | Diario | 
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena | 
| N Pagine Tot | 149 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 149 | 
| Parti Gold | 13-131 | 
| Digitalizzato Orig | No | 
| Rilevanza | 2/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
Essa con feritoia batteva bene le pendici del Veliki, il vallone dei Caprioli, il trucchetto, infilando gli assalitori della catena Krasji-Veliki. —
La prima postazione, in galleria, era a prova di qualunque calibro:
le altre due erano solo riparate contro il tiro a tempo e le schegge. —
Una trentina di metri dietro l’imbocco della terza postazione, a ridosso della costa dell’8.a batt. nascosta dal Vrsic, ma non dall’Javorcek in vista del Rombon e del Krucla, v’era una capannetta in calcestruzzo, con una porta e due finestre senza battenti, e un tetto in lamiera.
Aveva questa forma:
per quanto non offrisse alcuna garanzia di sicurezza mi vi posi:
1.° perché io credo che l’ufficiale non debba stare in caverna che in caso di estremo-insopportabile fuoco di grossi calibri, negli altri deve tentar la sorte.