Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #793
| Autore | Gadda, Carlo Emilio | 
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore | 
| Editore | Garzanti | 
| Luogo | Milano | 
| Data | 1991 | 
| Genere Testuale | Diario | 
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena | 
| N Pagine Tot | 149 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 149 | 
| Parti Gold | 13-131 | 
| Digitalizzato Orig | No | 
| Rilevanza | 2/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
Ci tenne quasi un’ora a prendere il vento gelato, lui in pelliccia; noi denutriti, senza abiti pesanti, con le scarpe lacere, ecc. —:
Nel pomeriggio, per rappresaglia, fecero tre appelli in cortile: uno alle due e mezza, uno alle tre e mezza, uno alle quattro e mezza.
Si pensi alla sofferenza di oggi: a ogni ora prender venti minuti di vento gelato, sotto zero. —
Il freddo, la rabbia, il dolore furono aggravati da notizie cattive giunte dall’Italia:
i giornali tedeschi parlano di insurrezioni nell’interno, di fermento nella popolazione, di malvolere nei combattenti, di dissensi alla camera, ecc.;
a sentir loro si tratterebbe di una minaccia di rivoluzione. —
Io, noi tutti su per giù, ma io con la mia martirizzante sensibilità in modo speciale, mi sento solo, avvilito, abbandonato da tutti: