Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1623
| Autore | Monelli, Paolo | 
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore, giornalista | 
| Editore | L. Cappelli | 
| Luogo | Bologna | 
| Data | 1921 | 
| Genere Testuale | Memorie | 
| Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) | 
| N Pagine Tot | 227 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 227 | 
| Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] | 
| Digitalizzato Orig | Sì | 
| Rilevanza | 3/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
ancora oggi Pianezze ha regalato tutta la sua razione di pane al prigioniero ebete e affamato — rapaci mani unghiute su quel tesoro.
Non ci pare di esser più crudeli...
Ma bastano queste stellette al colletto per abolire i concetti ereditarii di santità della vita umana, di fraternità naturale, verso quelli che stanno di là.
Avranno tanti di loro cinque bimbi a casa, come Damin, otto fratelli minori e una mamma vedova, come Ceschin che pure è così temerario all’attacco;
imaginiamo la corrispondenza famigliare, la cartolina rassegnata e buona della mamma lontana che non sa di politica, che non sa di doveri sociali, che scrive in cèco o in ungherese le stesse parole che la mamma di Zanella o di Rossetto scrivono in dialetto veneto:
contentezza di sapere che il figlio sta bene, notizie del poderetto e della bestia, gli altri figli soldati sono ancora in salute, «altro non mi alungo e sono la tua per sempre afesionata madre adio adio».
Tante di queste cartoline, custodite gelosamente nel portafogli gonfio, abbiamo vedute disperse accanto ai cadaveri dopo la battaglia;