Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1351
| Autore | Monelli, Paolo |
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore, giornalista |
| Editore | L. Cappelli |
| Luogo | Bologna |
| Data | 1921 |
| Genere Testuale | Memorie |
| Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
| N Pagine Tot | 227 |
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 227 |
| Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
| Digitalizzato Orig | Sì |
| Rilevanza | 3/3 |
| Copyright | Sì |
Contenuto
Nelle pause del bombardamento (ne ho imparato una carina, all’Ospedale.
Il Cauriòl lo chiamano la banca: perché riscuote da tutti.
Già.
Quando la nostra artiglieria da Caorìa spara sulle loro posizioni, gli austriaci, non sapendo con chi prendersela, se la prendono col Cauriòl, che è già individuato.
Più individuato di così si muore.
E ogni giorno Da Rui aumenta il suo bottino di bossoli da 152 e di corone da 321 che vende per cinque lire ai capitani della Divisione che arrivano fino al Comando di battaglione) — nelle pause dunque del bombardamento i buoni alpini ridivengono i minatori, gli scalpellini, i carpentieri del tempo di pace.
Cunicoli serpeggiano già dentro la montagna, ogni plotone si fa il suo;