Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #549
| Autore | Monelli, Paolo | 
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore, giornalista | 
| Editore | L. Cappelli | 
| Luogo | Bologna | 
| Data | 1921 | 
| Genere Testuale | Memorie | 
| Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) | 
| N Pagine Tot | 227 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 227 | 
| Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] | 
| Digitalizzato Orig | Sì | 
| Rilevanza | 3/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
Salutiamo gli ultimi borghesi.
Salutiamo le ultime donne.
Di sesso feminile, lassù, non ci sarà che la Regana o la Miesnotta o qualche altra muletta irrequieta.
Degan e Ferracin, salutate le ultime osterie, dove non è vero che prendevate la balla, come dicono i profani, ma ritrovavate con l’aiuto d’un litro di rosso tante cose buone smarrite, il letto, i piccoli, la casa, la speranza di tornarci dopo la guerra, i compagni della miniera, gli scherzi da recluta.
E salutiamo la dolce primavera, che rifiorisce di mandorli la valle e sposa le campanule ai reticolati di seconda linea e intenerisce di musco le rocce.
Lassù, dietro le trincee bianche, fra 1 camminamenti candidi, fra le molli insidie delle nevi ritroveremo l’intatto inverno, che incide con puro stile le linee dei monti e abbassa dinanzi alle piccole guardie il sipario della nevicata.
Si ritorna ad altri rischi, si fiutano altri combattimenti;