Con me e con gli alpini. Primo quaderno Frase: #238
| Autore | Jahier, Piero | 
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore, poeta | 
| Editore | Libreria della Voce | 
| Luogo | Firenze | 
| Data | 1919 | 
| Genere Testuale | Memorie | 
| Biblioteca | University of Toronto Library (Internet Archive) | 
| N Pagine Tot | 192 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 192 | 
| Parti Gold | [58-83] + [5-57] + [84-194] | 
| Digitalizzato Orig | Sì | 
| Rilevanza | 3/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
Parlato nella tetra camerata contumaciale dove quasi ogni mattina un pagliericcio rimane vuoto del suo uomo, eppure è silenzio tanto raccolto che il topo sbuca tranquillo e traversa come nel vuoto:
«Dicono, per scusarsi della strage, che erano il popolo più bravo al lavoro, popolo che non era riconosciuto.
Nessuno nega che fossero bravi al lavoro, ma che non fossero riconosciuti non è vero.
Tutto era made in Germany negli altri paesi;
abbiamo forato i monti colle loro perforatrici e coi loro trastulli si son trastullati i nostri figlioli.
Non è possibile che chi è bravo non sia riconosciuto.
Stenterà, pagherà le sue pene, che son la prova della sua bravura, ma è destino che in tutti i modi debba riuscire.