Delenda Austria Frase: #22
| Autore | Salvemini, Gaetano | 
|---|---|
| Professione Autore | Intellettuale, storico, politico | 
| Editore | F.lli Treves | 
| Luogo | Milano | 
| Data | 1917 | 
| Genere Testuale | Discorsi | 
| Biblioteca | Biblioteca Polo Umanistico Università degli Studi di Salerno | 
| N Pagine Tot | 58 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 58 | 
| Parti Gold | [15-30] [1-14] [31-58] | 
| Digitalizzato Orig | Sì | 
| Rilevanza | 2/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
E anche ammesso che col tempo queste provincie si lasciassero snazionalizzare, i tedeschi superstiti in una Germania, fosse pure diminuita, sarebbero sempre abbastanza numerosi per mettere a rischio la sicurezza di tutti i vicini.
Parlano alcuni di sciogliere la Confederazione germanica, «ritornando al Trattato di Westfalia», cioè al 1648, quando la Germania fu sminuzzata in 300 Stati sovrani, aventi il diritto anche di guerreggiarsi.
— Ma queste sono illusioni fanciullesche.
— Anche ammesso che nel Trattato di pace fosse resa obbligatoria la fine della Confederazione, chi impedirebbe ai popoli dei singoli Stati di volere rimanere uniti:
chi impedirebbe ai principi di tenersi segretamente d’accordo, per marciare da capo insieme, alla prima occasione:
— Gli uomini politici dell’Intesa, che pubblicano questo genere di proposte fantastiche, si assumono una grande e non invidiabile responsabilità:
offrono al Governo tedesco argomenti per eccitare il popolo tedesco a una lotta più tenace, perché disperata.