Kobilek: giornale di battaglia Frase: #158
| Autore | Soffici, Ardengo | 
|---|---|
| Professione Autore | Scrittore, pittore | 
| Editore | Vallecchi | 
| Luogo | Firenze | 
| Data | 1919 | 
| Genere Testuale | Memorie | 
| Biblioteca | University of Toronto Library (Internet Archive) | 
| N Pagine Tot | 206 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 206 | 
| Parti Gold | 7-28 (22) | 
| Digitalizzato Orig | Sì | 
| Rilevanza | 1/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
La notte la passo generalmente in piedi, ispezionando la linea, sorvegliando le vedette la cui vigilanza rappresenta la sicurezza di tutti, incitando i soldati a vincere il sonno, arrabbiandomi anche con questo o quello che trovo e scovo col piede, col bastone, dal suo buco, o non riesce a star su, o abbandona il fucile e si leva le giberne.
Ogni tanto mi fermo in qualche punto propizio all’osservazione e scruto la linea nemica in faccia alla nostra.
Ma il nemico non mi s’è ancora manifestato visibilmente in alcuna maniera.
La trincea che va serpeggiando a mezza costa del Kobilek, rivelata dalla chiarezza ocrata degli sterri, dai mascheramenti di frasche secche tra il verde scuro dei boschi, sembra vuota.
Soltanto a notte, il solito rumore dei picconi sui sassi, delle perforatrici e delle mine rende palese la presenza di qualcuno che si prepara alla lotta e alla difesa.
Del resto, nessuna pattuglia che sia venuta a spiare i nostri reticolati, i nostri lavori sommari.
Tanto che tutto questo silenzio, questa calma divengono a volte persino sospetti.