L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #153
| Autore | Croce, Benedetto | 
|---|---|
| Professione Autore | Intellettuale, filosofo, storico | 
| Editore | Laterza | 
| Luogo | Bari | 
| Data | 1950 | 
| Genere Testuale | Saggio | 
| Biblioteca | Biblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena | 
| N Pagine Tot | 358 | 
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 358 | 
| Parti Gold | 207-226 (20) | 
| Digitalizzato Orig | No | 
| Rilevanza | 2/3 | 
| Copyright | Sì | 
Contenuto
E basta, io credo, enunciare questo significato della presente guerra perché sia chiaro a ogni uomo ragionevole, a ogni animo sano, il sommo valore dell’opera che sta compiendo, rispetto alla quale nessun sacrificio si dirà mai troppo grande, nessuna persistenza poco remuneratrice, e nessuna eventuale debolezza sarà mai scagionabile della taccia di vero e proprio tradimento verso i più alti interessi nazionali.
Se anche, per modo di dire, con la presente guerra non si conseguisse da noi altro risultamento che quello di poter guardare a fronte levata, da pari a pari, gli altri popoli del mondo, il guadagno non solo morale, ma politico, sarebbe immenso.
Le generazioni venture benedirebbero sempre la generazione che l’ha sostenuta e compiuta, come noi benediciamo quelli che, coi loro sforzi, il loro martirio, il loro sangue, dettero all’Italia la libertà e l’indipendenza.
Né c’è in queste parole, per trite che possano suonare agli orecchi, la povertà del sentire, che si avvolge in logore frasi:
a me, semplice filosofo e critico, accade molte volte, nel corso dei miei studî, di dire tra me e me, che se posso scrivere quel che penso, se posso sentirmi affiatato e affratellato con tanti spiriti liberi d’Italia, di Europa e di altre parti del mondo, lo debbo a coloro che, centodiciotto anni addietro, nella mia Napoli, si fecero impiccare, tra gli sghignazzamenti della plebaglia, sulla piazza del Mercato.
E, dunque, li venero e li benedico.
III