Voci della Grande Guerra

Nome proprio Pacelli

Legenda: Luogo Persona Organizzazione

Lemma: Pacelli  –  Nomi propri correlati: Luogo Persona Organizzazione

Varianti forma:
pacelli 7

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DocumentoSeq.Testo 
1918, Sonnino vol II., pp. 245-275
Sonnino, Sidney
1972
Diario 1916-1922
2824. - Il 30 giugno il nunzio Pacelli a Monaco di Baviera s’incontrò con l’imperatore Carlo I.
1918, Sonnino vol II., pp. 245-275
Sonnino, Sidney
1972
Diario 1916-1922
283Dal Pacelli fu ripreso a parlare di tutto ciò, e del desiderio della Santa Sede di fare qualche tentativo di riavvicinare le parti contendenti.
1918, Sonnino vol II., pp. 245-275
Sonnino, Sidney
1972
Diario 1916-1922
284 Pacelli avrebbe chiesto a Carlo se era disposto a cedere eventualmente il Trentino e qualcosa oltre l’ Isonzo e per Trieste accettare che fosse almeno città libera, sia con piena indipendenza, sia sotto la sovranità imperiale, sia sotto quella dell’ Italia .
1918, Sonnino vol II., pp. 245-275
Sonnino, Sidney
1972
Diario 1916-1922
286Il Pacelli avrebbe accennato anche alla possibile cessione di Pola .
1918, Sonnino vol II., pp. 245-275
Sonnino, Sidney
1972
Diario 1916-1922
290Il cardinale rispose che non aveva prove dirette, ma fondava il suo convincimento su quanto aveva detto l’imperatore Carlo al nunzio Pacelli il 30 giugno, e sulle assicurazioni date sulle favorevoli disposizioni del governo austro-ungarico e sul desiderio loro di pace, che gli venivano date dal cardinale Scapinelli già nunzio a Vienna e da altre persone ragguardevoli.
1918, Sonnino vol II., pp. 245-275
Sonnino, Sidney
1972
Diario 1916-1922
342 Barrère riferisce che monsignor Pacelli , nunzio a Monaco , prima di venire recentemente a Roma (sotto pretesto di visitare la sorella ammalata) ebbe un convegno con Hertling (cancelliere germanico).
1915, Martini, pp. 475-566
Martini, Ferdinando
1966
Diario, 1914-1918
1446S. A. che all’ Italia fu sempre devoto fa sapere al Ministro delle Colonie che se la pace col Senusso non fu fatta quand’egli, il Khedive , la propugnava e la tentò con missioni mandate a sue spese, ciò fu per colpa del Banco di Roma e del suo presidente Pacelli il quale avvertì il Senusso di non conchiuder nulla col Governo italiano sino a che questo non abbia rimborsato al Banco di Roma i milioni (40) dei quali gli è debitore per le spese fatte in Libia e dal Governo stesso ordinate.

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