Voci della Grande Guerra

Nome proprio 10° compagnia

Legenda: Luogo Persona Organizzazione

Lemma: 10° compagnia  –  Nomi propri correlati: Luogo Persona Organizzazione

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1917, Croce, pp. 207-226
Croce, Benedetto
1950
L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra
160E ci vuole la miranda infantilità dei socialisti russi per concepire un esercito che si mantenga saldo e guerreggi per insufflamento di prediche democratiche;
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Croce, Benedetto
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L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra
161e ci vuole la loro veramente cospicua ignoranza per addurre a conforto l’esempio dei volontarî francesi del 1793, quando ogni mediocre conoscitore di storia francese sa che quei volontarî fecero dapprima assai cattiva prova, e ci volle severissima disciplina per inquadrarli nel vecchio esercito repubblicano, le cui vittorie si dovettero in massima parte ai solidi istituti militari dell’abolita monarchia.
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L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra
162E che cosa si crede che muova tanto spavento o tanta ripugnanza contro il socialismo:
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Croce, Benedetto
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L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra
163Forse il turbamento dei cosiddetti privati interessi:
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Croce, Benedetto
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L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra
164Ma ognuno conosce fieri antisocialisti, che non hanno un soldo in tasca, e socialisti o filosocialisti, che sono milionarî.
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Croce, Benedetto
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165L’uomo è, assai più che non si creda, mosso da ragioni ideali e mentali, indipendenti dai suoi interessi immediati e personali.
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Croce, Benedetto
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L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra
166E turbamenti d’interessi, e rovine più o meno estese di classi sociali, accadono di continuo, per la rottura di un trattato di commercio, per una crisi industriale, o magari per un insetto, per la fillossera o per la mosca olearia:
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L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra
167e non però si trepida.
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168No.
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L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra
169Ciò che veramente desta ripugnanza e terrore è l’idea dell’indebolimento politico, dello sfacelo sociale, dell’anarchia, della viltà che si fa sanguinaria e crudele, e, dopo tutto ciò, del faticoso ritorno alle condizioni di prima, con danno e vergogna generale, e talvolta particolare della classe che malamente si era tentata innalzare a spese dell’organismo dello Stato.
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L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra
170I socialisti antimilitaristi debbono conoscere assai poco, e poco intimamente, i due soli pensatori originali che ha avuti il socialismo, Carlo Marx e Giorgio Sorel , entrambi pieni di spirito guerresco e, in certo senso, conservatore:
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171di che sono prova le grandi meraviglie udite testé, quando si è appreso che il Marx parlava a volte quasi militarista e pangermanista.
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172E sono sciagurati irriflessivi e leggieri, ai quali non tocca altra sorte (quando il loro cuore è migliore della loro testa) che di recitare a precipizio un atto di contrizione, come è accaduto al signor Hervé .
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173Sette anni or sono, assai prima della guerra, assegnai le ragioni per le quali mi pareva che il movimento socialista fallisse, dappertutto, alle aspettazioni, riassorbito nei movimenti nazionali, e ne recai a prova, tra l’altro, la fusione dei socialisti tedeschi con lo Stato germanico, che poi la guerra ha confermata.
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174Ma, poiché le previsioni hanno, tutte, valore mediocre, attribuirò mediocre valore anche a quella mia, e farò per un momento l’ipotesi opposta, cioè quella del trionfo, più o meno prossimo, del socialismo, del suo trionfo non efimero, beninteso, ma durevole.
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175E sotto quali condizioni questo trionfo sarà durevole, e reale in Italia :
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176Sotto quest’unica: che quel vigore militare e politico, che fu un tempo della nobiltà subalpina, dei patrizî veneti, dei borghesi di Firenze , e, dirò pure, dei napoletani che sconfissero a Velletri gli austriaci, si armarono in massa contro i francesi, riconquistarono ai loro re la Sicilia nel '48, e non indegnamente li difesero sul Volturno e a Gaeta ;
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L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra
177— quel vigore militare e politico, che, sposandosi ai concetti liberali e nazionali, onorò le armi della nuova Italia nel '59 e nel '60, e che oggi, di tanto maggiore per la partecipazione dell’intera nazione, garantisce le nostre frontiere e si avanza nel territorio nemico, — trapassi intatto, e anzi accresciuto, nelle nuove classi sociali.
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L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra
178Allora queste si dimostreranno, col fatto, mature a prendere la direzione dello Stato;
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L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra
179e l’onore nazionale, la cultura, la civiltà, l’intelligenza, i valori prodotti da una lunga storia, saranno affidati a nuove ma buone mani, e ogni cuore generoso non si dorrà dei miseri e transitori «interessi privati» (ossia «decaduti», allora, a «interessi privati»), che potranno essere sacrificati, come ogni giorno, per cause diverse, vengono sacrificati.