Voci della Grande Guerra

Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #618

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AutoreGadda, Carlo Emilio
Professione AutoreScrittore
EditoreGarzanti
LuogoMilano
Data1991
Genere TestualeDiario
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot149
N Pagine Pref
N Pagine Txt149
Parti Gold13-131
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

A mezzodì e a sera la solita sbobba, liquidissima;

di pane, che ci competeva per la giornata del 29, nessun sentore.

Decidemmo allora di reclamarlo, e dopo averlo chiesto e richiesto invano, si decise di manifestare il nostro malcontento.

Per meglio dire furono gli altri a decidere, ché io in treno avevo mangiato del pane della Croce Rossa e a sera una scatoletta di carne.

Tuttavia per solidarietà coi compagni affamati escii anch’io, sebbene fossi scettico sull’esito dell’agitazione, per vecchia esperienza.

Mi feci anzi interprete, conoscendo un po’di tedesco, presso un graduato, il quale ci promise, non senza una certa paura di trovarsi in mezzo a noi, che sarebbe andato a prendere il pane.

Tutti, vedendolo escire, perdemmo quasi ogni speranza, ben sapendo che i tedeschi sono di professione bugiardi e vani promettitori. —