Voci della Grande Guerra

Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #104

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Autore
Professione Autore
EditoreBollati Boringhieri
LuogoTorino
Data2000
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot528
N Pagine Pref
N Pagine Txt528
Parti Gold401-520
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza3/3
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Contenuto

Frattanto qui si muore lentamente di fame e di pacchi non si sente più parlarne; è una desolazione.

Quei 300 000 della II a armata che tanto facilmente si sono dati prigionieri, scontano di già duramente la loro vita, ne muoiono giornalmente di esaurimento, malgrado sieno venuti carichi di soldi e di oggetti preziosi predati ad Udine Tolmezzo ecc.

Sono venuti qui certuni con dei pacchi di biglietti da 1000 nuovi a serie ed ancora puntati collo spillo.

Anelli, orecchini, cucchiai, catene, orologi, tutto d’oro sono a bizzeffe.

Hanno portato perfino penne stilografiche, inchiostro, gemelli per polsini, cravatte, filo, bottoni, insomma di tutto quello che si può immaginare.

Naturalmente qui hanno dovuto vendere tutto per nulla, un paio di scarpe nuove, per esempio che costano 130 corone, l’hanno dovuto cedere per una pagnotta.

Le pagnotte austriache, queste porcherie le hanno pagate 30 lire.