Voci della Grande Guerra

Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #37

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Autore
Professione Autore
EditoreBollati Boringhieri
LuogoTorino
Data2000
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot528
N Pagine Pref
N Pagine Txt528
Parti Gold401-520
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza3/3
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Contenuto

Riceviamo un’arringa per uno la sera con tre o quattro pezzetti di patate o carote ed un mescolo di acqua calda; ecco tutto il rancio che ci passano giornalmente; questo serve per sostenerci, dato che non ci reggiamo più in piedi per la gran fame.

I nostri panni sono stracciati e moriamo di freddo con la neve e siamo costretti a dormire per terra con dei grossi pidocchi mai visti sulle mie carni.

Vi assicuro cara moglie che non potevo mai immaginare di venire a trovare questi guai e simili patimenti.

Per questo muoiono molti soldati, specialmente per la fame, perché si ammalano per debolezza, e spero che la Madonna mi faccia la grazia di farmi ritornare in Italia, il morire dopo non mi fa più niente Ogni volta che arriva un pacco facciamo una grande festa e ci serve per tirare avanti alla meglio, che quà non si vede altro che fame Da Csòt bei Papa (Ungheria) A Zona di guerra 18.

3.

1918 Finalmente dopo una lunga e penosa malattia solo ora ti posso notificare di mia misera e tribolata salute...

mi trovo in Austria dal 28 Ottobre 1917; puoi immaginare cosa non ho provato e quello che mi tocchera provare...