Voci della Grande Guerra

Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #31

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Autore
Professione Autore
EditoreBollati Boringhieri
LuogoTorino
Data2000
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot528
N Pagine Pref
N Pagine Txt528
Parti Gold401-520
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Vi scrivo questa mia lettera per ripetervi che la vita che si fa da prigioniero ora, e che ci danno da mangiare, e quanti ne muoiono al giorno per la fame, ne muoiono 40 - 50 al giorno, che ci danno da mangiare ogni mattina 3 reghe con vermi, e brodo di farina amara, senza condimento, e alla sera 3 fette di barbabietola 1 pagnotta di 1 chilo ogni 10; si dorme come le belve con un po di paglia vecchia senza coperte, almeno noi vecchi teniamo il pagliericcio, e una coperta; poi i capi Baracca vanno a rapporto per reclamare che ci dassero qualche cosa da mangiare, e il Comando risponde, non abbiamo niente da darvi, non è che non vogliamo, ma non ne abbiamo proprio questa è la risposta del comando austriaco Da K. u. K.

Station (Austria) A Cremona 22.

2. 1918 Oggi stesso ho mangiato una gavetta di carne di cane che mi è parsa buonissima.

La debolezza si è impossessata di me a tal punto che quando cammino mi sembra di essere un ubriaco, un sonnambulo e per di più la vista mi è venuta meno, che non ci vedo quasi più Da Mauthausen (Austria) A Roma 24.

2. 1918 qui mia cara moglie ci fanno morire di freddo e di fame, come anche per i pidocchi.

Da mangiare ci danno una pagnotta ogni otto soldati, che dobbiamo dividerci, toccando appena cento grammi di pane per ognuno che si mangia in sei bocconi.

Riceviamo un’arringa per uno la sera con tre o quattro pezzetti di patate o carote ed un mescolo di acqua calda; ecco tutto il rancio che ci passano giornalmente; questo serve per sostenerci, dato che non ci reggiamo più in piedi per la gran fame.