Voci della Grande Guerra

Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #13

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Autore
Professione Autore
EditoreBollati Boringhieri
LuogoTorino
Data2000
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot528
N Pagine Pref
N Pagine Txt528
Parti Gold401-520
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza3/3
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Contenuto

Insomma noi tutti divisi per plotoni, e compagnie dovettimo metterci per uno chi da una parte, chi dall’altra e salire dove nelle trincee del Monte Cappuccio che per camminamenti si vedevano alcuni soldati correre al posto di medicazione accompagnati da porta feriti —

strada facendo se ne vedevano molti morti, altri morire, chi lamentava e cercavano aiuto e nessuno poteva aiutarli perché dovevamo correre alle nostre trinceee di prima linea che gli austriaci erano già usciti dalle loro trincee e venivano giù;

ecco che appena giunti alle vedette scostando i cadaveri che erano di gran quantità così si cominciò a far fuoco che alcuni Austriaci rimasero intatti attaccati ai nostri ritacolati e così potessimo far ritrocedere gl’infami nemici;

noi non potemmo andare al nostro Regg. per difesa dovemmo andare al 29° che fu tutto distrutto —

basta non mi prolungo di più per quella giornata che fu così orribile e disastrosa per parecchi reggimenti come furono quasi distrutti interamente il 9° e 10° il 29° e 30°, il 47° e 48° perché si trovavano in quel punto dove quelli gran vigliacchi non sapevano come difendersi che avevano perdute le forze, si vogliono con i gas, poi non ti racconto ancora il 29 di giugno che dovemmo succedere al nostro Regg. sul Monte S. Martino che fecero l’avanzata e occuparono per la larghezza di 10 metri alla lunghezza di 150 metri per questo poco di terra si distrusse quasi 9 compagnie con molti altri morti delle compagnie appartenenti del 3° Battaglione ché ci fu la maledetta avanzata.

Di seguito ancora altri giorni ora a un monte ora a un altro —

in somma per non farti avvilire non ti racconto minutamente tutti i giorni come li ho passati perché sono stati tutti orribili, e assai pericolosi e ne ringrazio il buon Dio che mi à fatto riuscire salvo che non lo credevo mai, perché mentre che scendeva da un camminamento una sera a un metro di distanza da me, cadde una granata che fui svelto a correre e così riuscii salvo.