Voci della Grande Guerra

Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #5

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Autore
Professione Autore
EditoreBollati Boringhieri
LuogoTorino
Data2000
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot528
N Pagine Pref
N Pagine Txt528
Parti Gold401-520
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Monfalcone 31.3.16

Carissimo Rodo e Rico

Più che darvi nostre notizie vi trattegeremo la nostra situazione che insieme ai nostri compagni di sventura è diventata terribile sia moralmente che materialmente, poiché giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto, la situazione si fa sempre più spaventevole per il tiro micidiale e spesso del cannone che in questi giorni à infuriato senza posa da mane a sera e di notte assecondato dalla furibonda azione della fucileria e mitragliatrici per difendere e ricacciare il cosidetto nemico che forte delle sue posizioni, sanguinosamente uccide e si fa uccidere lui pure in nome del suo augusto sovrano.

E noi che fummo gettati se non in trincea ma in prima linea di fuoco con le artiglierie alle spalle, ai fianchi in testa, trepidanti nel lavoro sotto il volo degli aerei, ci sentiamo gettati al macello, inermi, indifesi, tanto che in questa seconda decade di Marzo, dovettero sospendere il lavoro perché le granate ed i strappels fischiavano su noi, e qualcuno d’altra centuria, vi lasciarono il loro sangue, macchiando la roccia che deve scavarsi per prevenire una ritirata.

Uomini di 35 e 40 anni gettati in mezzo a questo caos terribile di ordigni micidiali, mentre i 4 quinti dei mobilitati non hanno ancora sentito la puzza della polvere.

Non perché io desidero il loro macello al nostro solo per dimostrare agli imboscati, ai fautori della guerra, che la posizione nostra è inquietante e solo una reazione delle nostre famiglie, delle nostre donne, dei nostri figli potrebbero far mutare il sentimento borioso degli alti comandi, considerando il miserevole stato morale dei combattenti e la posizione difficile da sostenere, in questa guerra fraticida ed orrenda.

Non bisogna rimanere muti di fronte a tanta nequizia di uomini del potere ed è perciò che esponiamo senza rancore la triste e collettiva situazione che abbrutisce ogni spirito sensibile, scoraggia l’operaio, annichilische l’uomo che ha responsabilità da sostenere di fronte alla propria vita e famiglia.