Voci della Grande Guerra

Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #10

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Autore
Professione Autore
EditoreBollati Boringhieri
LuogoTorino
Data2000
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot528
N Pagine Pref
N Pagine Txt528
Parti Gold401-520
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Caro zio non è ne colpa mia né tua che è tardato a scrivere perché avendo fatto doppio viaggio ora spero che riceverai.

Spero che avrai ricevuta la lettera che ti ha scritto il Serafino dopo di questa che si trovava qui a casa in quei giorni che abbiamo ricevuta la tua lettera d’incoraggiamento per me che tanto ti ringrazio e che desidero che non abbia a succedere alla zia una cosa si trista perché credo bene che tu non verrai in questo maccello che qui tutti gli uomini e giovani sono inclinati alla via della morte che vengo quasi fuori di senso al pensare di doverci tornare in quei posti maledetti quelli che sono stati al fronte vengono tutti in licenza per 15 giorni, ma caro zio se tu li vedessi non sembrano più loro poveri uomini e giovani sono gialli con gli occhi fuori dalla testa con la pelle sollevata dal freddo e pieni di croste nere che sembra alla roggna senza esagerare niente.

Poveri uomini non cè più niente che li fa ridere né divertire dicano tutti ci ancora venuti questa volta a trovarvi, ma non ritorneremo più pensando alla bella vita di trincea e tutti i martiri che anno da passare.

Mio caro Serafino finora è stato ancora fortunato di aver preso quel colpo che finora è sempre a Torino, è un poco disgraziato del braccio sinistro, ma ringrazio che non ne avesse di più.

Speranzosa che questa vi trovi tutti e due in salute come per il presente posso dirvi di noi tutti.

Sono la vostra nipote Celestina

Tanti saluti dal mio marito e padre e dai cari bambini una stretta di mano Celestina