Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #10

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Non scriveva forse il Renan, con la più candida aria di fare semplicemente un rilievo scientifico, che la formazione della nazione italiana presentava questa singolare differenza da quella di ogni altra, ch’essa era avvenuta grazie non alle vittorie dell’Italia ma alle sue sconfitte:

«Chaque défaite avançait les affaires de l’Italie».

Il qual pensiero il De Lanessan ha creduto di rilevare ancora lo scorgo anno in un libro di larghissima diffusione.

Ma, per tornare al nostro argomento, non v’è forse tra i sarcastici rimproveri, che il De la Gorge muoveva a Cavour, anche questo, che, nel nome dei ventotto piemontesi uccisi in Crimea, il Ministro italiano trovava naturale che i maggiori vantaggi della guerra fossero attribuiti al suo paese:

Se nessun altro bene la guerra presente avesse a recarci, questo certamente, di natura morale si, ma di inestimabile pregio, essa ci ha di già assicurato, che noi possiamo oramai guardare diritto e fermo in cotesti giudizi stranieri, senza che uno struggimento di vergogna ci faccia torcere il viso, senza che una vampata di sdegno ci oscuri la vista.

E possiamo scorgervi quella parte di vero, che purtroppo in essi ci fu.

Poichè, se noi pensiamo ai caduti francesi di Magenta e Solferino, tanto più nunierosi che non gli italiani;