Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #33

Torna alla pagina di ricerca

AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Non poteva, appunto perchè l’Italia e la Germania si trovavano in una fase parallela della loro storia, differente da quella di tutte le altre nazioni europee.

L’Italia e la Germania, l’una e l’altra di formazione nazionale e politica assai recente di fronte a quella secolare delle altre grandi potenze, sono l’una e l’altra nella fase ascendente delle loro energie materiali e morali, e non hanno né l’una nè l’altra una posizione nel mondo adegnata alla loro nuova forza ed al loro irresistibile accrescimento, e debbono l’una e l’altra conquistarsela.

Finchè durava l’equilibrio esteriore, l’una e l’altra avevano un provvisorio interesse a conservarlo, per meglio armare la loro vita e la loro volontà:

la Triplice serviva mirabilmente a questo scopo.

Ma quando l’equilibrio è stato violentemente spezzato, l’interesse analogo dell’una e dell’altra di farsi un più largo e saldo posto nel mondo, si è trovato automaticamente antitetico, appunto perchè l’accrescimento dell’una non poteva affermarsi che sbarrando all’altra le vie dell’avvenire.

L’alleanza diveniva dunque in questa nuova fase una violenta costrizione contro natura, di cui certamente la meno formidabile delle due nazioni, l’Italia, avrebbe scontato con il suo avvenire la mostruosità.

E d’altra parte, rispetto all’Austria, la Triplice era servita a rinviare, poichè era troppo pericoloso affrontarlo, il problema fondamentale della nostra unità nazionale e della nostra sicurezza strategica.