Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #21

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Rimpiangeva egli piamente, come perduti, i giorni della catastrofe calabro-sicula:

Conrad è messo momentaneamente in disparte, perchè sembra ad Aehrenthal troppo audace e forse prematuro il suo piano; ma appena rinnovata con anticipazione l’alleanza, «perchè l’Austria non voleva vi fossero alla Conferenza di Londra atteggiamenti italiani come quelli della Conferenza di Algeciras», con la influenza poderosa dell’arciduca e per nostra umiliazione suprema.

Il Capo dello Stato Maggiore era restituito al suo posto.

Si avvicinano i giorni dei decreti di Hohenlohe, e malgrado il progettato convegno di Abazia, i rapporti tra i due alleati, anche per le audaci cospirazioni austriache a Durazzo, si fanno sempre più tesi.

E di quel convegno uno dei risultati sarà questo: il Conte Berchtold riconosce la gravità del problema degli italiani dell’Impero, ma afferma essere male senza rimedio.

La verità confessata dalla Armee Zeitung era che bisognava distruggere quegli italiani per «supreme ragioni strategiche», per non trovarsi ad avere elementi infidi alle spalle nel giorno in cui l’Austria avesse dichiarato guerra all’Italia:

E degli apparecchi di guerra dell’Austria contro di noi, mai deprecati dalla Germania, fu recato un giorno alla Camera un singolare documento, un manuale vocabolario di dialoghi tedeschi -italiani per uso dell’esercito austriaco, preordinato al piano d’invasione del nostro paese e garantito nella sua autenticità, mai smentita dal Governo di Vienna, dal bollo del Comando militare di Gratz.