Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #29

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Per le stesse ragioni il Carso nou può presentare una vera rete idrografica superficiale, sebbene non manchino tracce di valli derelitte, sopra il fondo delle quali ora non scorre più un filo d’acqua.

Ricordo fra queste la fossa lunga km.

17 e profonda m. 300 detta il Vallone di Chiapovano; che divide l’altopiano di Locovizza da quello di Tarnova e che forse rappresenta un antico corso dell’Idria;

il solco trasversale fra il Carso monfalconese ed il triestino, con probabilità costituente un remoto alveo del Frigido, e la valle della Draga di Antignano e di Canfanaro, che termina con il canale di Leme e verso settentrione si continua con il solco di Pisinvecchio, costituendo tale sistema il derelitto corso della Foiba di Pisino.

Sul Carso infine signoreggia la spaventevole bora, che dalle Alpi Orientali si dirige verso l’Adriatico:

vento freddo, violentissimo e fatale alla regione, perchè disperde la terra rossa, ove questa non è trattenuta dalle radici delle piante, perchè ostacola il rimboschimento del Carso, rovinando i terreni già all’uopo predisposti e schiantando le pianticelle non ancora solidamente connesse con l’ingrato suolo.

Come nel deserto la triste monotonia del regno della morte è interrotta dalle oasi verdeggianti, così nel Carso desolato non mancano luoghi nei quali prospera un po’di vegetazione, sia cresciuta spontanea, sia dovuta all’uomo, e ciò per la presenza della terra rossa.