Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #18

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Se l’aspetto lo diceva uomo del suo tempo, se era esteriormente magagnato di mediocrità, il carattere era antico.

tanto antico da apparire sforbiciato da una vita di Plutarco o di Nepote, da una pagina di cronica del Compagni o di storia del Machiavelli.

Ma appunto questo suo nocciolo contrastava terribilmente con il concetto moderno del generale.

In tutti i tempi, da quello di Leonida a quello di Scipione, da quello del Ferrucci a quello di Nino Bixio, Antonio Cantore avrebbe potuto esser ottimo condottiero e sopravvivere, volendolo la sua buona ventura, a cento battaglie.

Nel nostro tempo doveva morire.

E molti trovan miracoloso ch’egli sia tornato di Libia, ch’egli non sia stato colpito il giorno dell’occupazione di Ala, ch’egli sia tornato illeso da cento servizi di pat tuglia ne’quali voleva affrontare gli stessi rischi dei suoi soldati.

Poi che Antonio Cantore era il piccolo posto, la pattuglia avanzata, l’avanscoperta di se stesso.