Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #6

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Subito manifestò la sua risoluzione di farsi soldato, e soldato semplice per giunta;

non volle infatti, qualche giorno dopo, conseguita la licenza liceale, valersene per vestire a suo tempo la divisa di ufficiale; insofferente d’indugi si arruolò volontario, e non dissimulò la propria legittima soddisfazione quando potè mostrarsi ai parenti e agli amici nella non certo elegante uniforme di fantaccino del 51° fanteria, di quello stesso reggimento di stanza a Perugia, al quale furono, poco dopo, assegnati anche i fratelli Garibaldi, reduci vittoriosi dalle Argonne.

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Così il giovane perugino al quale arrideva con ogni agio la vita, allietata da cari studi e da sogni d’arte, il figlio del conte Luciano Valentini, sindaco di Perugia, e della contessa Cristina Valentini - Faina, correva sotto le bandiere, che l’Italia aveva date al vento e si assoggettava spontaneamente a dura disciplina e rinunziava a tornarsene, come nei primi giorni avrebbe pututo, ogni sera al soffice letto della sua dimora patrizia, per condividere coi commilitoni la paglia dei dormitorî improvvisati, per assuefare, diceva, il suo corpo, magro, ma vigoroso, agli inevitabili disagi della vita da campo....

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Dalla metà di luglio a poco oltre la metà d’ottobre 1915 e genericamente «dalla zona di guerra» datano le sue lettere, che sono tipiche e significative fra quante non la letteratura «marziale» retorica ed ammanierata, venuta d’un tratto in voga, tutta sonora di clangori di trombe, tutta pervasa da sentimen talismi vieti e infiorata dagli arabeschi di un lirismo banale e d’occasione, ma nativo buon gusto e delicato sentire, e un’arte quasi inconsapevole, schietta e spontanea, frutto di acceso sentimento, abbiano prodotte».

Queste giustissime parole tolgo da una succosa prefazione del prof. Francesco Picco al Breviario di guerra di uno studente di Enzo Valentini.