Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #7

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

E questo mi spiega come fin dalla giovinezza non avesse le manìe provocate da vuoto di spirito, i divertimenti di spettacoli chiassosi e leggeri, la passione letteraria limitata e sfamata colla lettura di novelle e di romanzi blandienti i sentimenti morbosi, l’ambizione della sigaretta e dei salotti, le compagnie brillanti in cui la corruzione s’inizia tra i gingilli e le cerimonie e si fa strada attraverso all’etichetta e alle convenienze, alle cortesie cavalleresche che sono talora la propedeutica della vita mondana.

Precocemente serio — la tristezza della situazione domestica v’ebbe la sua parte — amò lo studio per lo studio e non per l’esame — e così agli esami fece sempre splendida figura;

- e s’occupò prestissimo di materie che se non fanno parte di un programma professionale, sono parte essenziale di una cultura più vasta ed educativa, e parte integrale di una istruzione religiosa che può imporsi, può sostenere la difesa, può procedere anche all’assalto...

Alla serietà per lo studio, aggiunse un ardore speciale per la formazione del carattere che, appena diciottenne, gli permise di stare in meszo ai compagni dell’Istituto Superiore di Firenze ed ai professori, in mezzo a contatti diversi con una fisono / / mia propria, con un’azione propria ed indipendente, senza essere rimorchiato dagli altri, ma rimorchiando gli altri....

Anzi, con un nucleo di volenterosi, accortosi, fin dal primo anno, come la gioventù si perde nelle reti della sensualità e sciupa la freschezza della vita abbagliata dalle iridescenze di un putrido stagno, volle interessarsi dell’Unione giovanile per la moralità, dando esempio di una gioventù casta che non reclama i così detti diritti dell’eta, per trasformare la libertà in licenza....

Libero da passioni, ebbe il tempo che gli permise non solo di prender giovanissimo la laurea, ma di farsi una cultura straordinaria, di occuparsi di conferenze a giovani e soldati, di rinnovare e dare rifatto alla società chi il mal esempio sociale aveva messo sulla soglia della delinquenza; libero da pas sioni non curò il denaro e, sebbene in condizioni economiche ristrette, per essere italiano e per culto e venerazione alla mamma, lasciò ogni speranza di paterna eredità; frugale, trovò modo di fare qualche risparmio, e il risparmio divise tra viaggi d’istruzione e di propaganda e fra soccorsi dati con semplicità e con generosità....

Le ingiustizie, le schiavitù, le oppressioni facevano fremere la sua natura, e il pensiero di concorrere a diminuirle, se non ad estirparle, lo accendeva di sacro entusiasmo che non si riversava al di fuori, quanto lo consumava dentro.