Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #51

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

C’erano dei vecchi baffuti, rimbecilliti dalla fame e dalle esplosioni, dei giovani impauriti essi pure, ma ancora in gamba, che si guardavano intorno con meraviglia.

Una diecina di ufficiali di tutte le razze, come i loro soldati, venivano in coda, già facenti parte per sè come comporta il loro carattere d’incivile disciplina.

Come si trattava di interrogarli, l’amico Casati, che doveva appunto farlo, volle che fossero disposti con un certo ordine davanti a lui.

Aiutato da un brigadiere dei carabinieri e da alcuni graduati dei nostri, mi misi a compiere questa operazione, non facile, data la diversità delle loro lingue.

Provai ad accennar loro con qualche parola o numero in tedesco, in russo, in polacco, che dovevan mettersi per quattro.

Non capivano nulla, e dovemmo alla fine prenderli per la manica a uno a uno e metterli noi in riga.

Fu durante questo lavoro che l’un d’essi, un vecchio biondiccio sparuto, macilento, vistami a cintola la borraccia, l’afferrò senz’altro, e gettatosi in ginocchio, vi si attaccò con una tale avidità che a vederlo in quel modo ai miei piedi, tremante, gli occhi allucinati, divenuto quasi pazzo per la terribile sete, mi destò compassione e lo lasciai fare.