Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #11

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Aveva cominciato a parlare al battaglione così riunito, pacatamente, quasi a stento e come cercando con fatica le parole, dondolandosi sur un piede e sull’altro come se pesticciasse il terreno: poi animandosi a poco a poco aveva cominciato a raffermare il discorso, a condensar le frasi, a lanciare le idee con voce sempre più chiara e sonora accompagnandolo con un gesto via via più caloroso, finchè alzatosi al disopra di tutti era arrivato a una pienezza d’eloquenza italiana che aveva lasciato la truppa e noi ufficiali come sotto l’impressione di un comando implicito ed imprescindibile.

Qui, codesta impressione viene confermata, e in un certo senso concretizzata nella sua figura corporale.

Dal momento della sua apparizione improvvisa ho sentito per esempio che la nostra antica amicizia non è più la stessa: le nostre relazioni saranno d’ora innanzi più severe, secondo una segreta influenza dei nostri gradi rispettivi.

sbancamenti di Pallievo,

17 agosto.

Per un ordine improvviso lasciammo ieri notte la nostra trincea dove ci dette il cambio un altro battaglione.

Come i subentranti non riuscivano a muoversi nell’inevitabile ingombro con le necessarie cautele e facevano anzi un rumore considerevole, gli austriaci si accorsero a un tratto di ciò che avveniva e cominciarono a sparare sulla trincea e sulle mulattiere che vi conducono.