Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #31

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Or bene, quando la demoniaca follia, non già di un redivivo Barbarossa, ma di tutto un popolo, di tutta una razza, volle scatenata la guerra europea, questi montanari nostri, che oggi vestono la divisa dell’alpino, erano per gran parte esuli nel mondo.

In pochi giorni li vedemmo tornar tutti a valanga.

Le ferrovie e i piroscafi ce li restituivano a decine, a centinaia di migliaia.

Molti io ne vidi scendere ai primi dell’agosto 1914 per la grande porta settentrionale d’Italia, per la via del Brennero.

Tornavano stanchi, affranti, sgomenti e preoccupati del domani, avviliti per le perdite pecuniare, avviliti pei mali trattamenti.

Ma bastava che uno intonasse una canzone d’Italia, un ritornello, perchè quanti erano stipati in una carrozza e assai spesso in un carro merci, o quanti stavan bivaccando, nell’attesa, fra binario e binario, cambiassero l’espressione del dolore in quella della gioia.

E i più non attendevano d’aver varcato il vecchio confine, di aver finito il non lieto incontro coi treni dei soldati austriaci su cui era scritto: Direttissimo per Parigi, per Londra, e per Pietrogrado;