Voci della Grande Guerra

Lettere di combattenti italiani nella grande Guerra (vol.2) Frase: #92

Torna alla pagina di ricerca

Autore
Professione Autore
EditoreEdizioni Roma
LuogoRoma
Data1935
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot241
N Pagine Pref
N Pagine Txt241
Parti Gold7-46
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Fui ferito discretamente in più punti; alla mano sinistra ed all’anca da una bombarda austriaca, ma non ho creduto abbandonare la linea, non per un senso di ostentato coraggio, ma per non spaventare i santi miei genitori già troppo angosciati, poichè la mia corrispondenza avrebbe palesato subito la mia presenza in un ospedale.

Ho preferito perciò rimanere a riposo non lontano dalla trincea.

Ora anche le ultime conseguenze stanno per sparire.

Ma Iddio, che fino ad oggi mi ha assistito, può disporre di me altrimenti, io non rifuggo certo da tale pensiero.

Anzi benedico l’occasione e l’amico con cui posso parlarne.

Assunto con grande soddisfazione al servizio militare, mi sono sforzato nel periodo d’istruzione per formarmi una vera anima da soldato, tanto da venire alla fronte pienamente compreso del mio compito d’onore.

Qui i pericoli, i disagi, la comunanza con tanti disgraziati hanno fatto che in me si infiamasse ancor più la fiaccola della fede, tanto alimentata dall’istruzione e dall’esempio dei miei santi genitori e del mio adorato Gianni prima; dei miei maestri di collegio per ben 10 anni poi.