Voci della Grande Guerra

Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1101

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AutoreGadda, Carlo Emilio
Professione AutoreScrittore
EditoreGarzanti
LuogoMilano
Data1991
Genere TestualeDiario
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot149
N Pagine Pref
N Pagine Txt149
Parti Gold13-131
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Il pensiero di questa solitudine mi pesa oggi più che mai:

mi vedo solo e perduto nel mondo, con le più pure speranze infrante:

e sogno i miei alpini, il mio quinto reggimento, i miei monti, e vorrei essere là con loro, e sentirli cantare:

«ce lo dico, signor capitano, che in licenza mi deve mandar», o la canzone di Celestina, o quella dei sei pezzi.

Questi canti sono spenti per me:

intorno a me c’è il bastione, le grate di ferro, la sentinella tedesca, e dentro me la fame e con me la miseria.

Così finisce il 1917, l’anno 1917. —