Voci della Grande Guerra

Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #868

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AutoreGadda, Carlo Emilio
Professione AutoreScrittore
EditoreGarzanti
LuogoMilano
Data1991
Genere TestualeDiario
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot149
N Pagine Pref
N Pagine Txt149
Parti Gold13-131
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Le mie spalle e le mie braccia scarnite, il mio cuore dal debole battito, le gambe lente, la mente confusa fanno di me un automa, che vive per quel rimasuglio d’egoismo che è nel fondo bruto di ciascuno di noi. —

Oggi ebbi anche il dolore di saper da Cola ch’egli rimarrà qui, con certezza;

mentre noi partiremo, si dice per l’Hannover.

Egli ha trovato, con la sua felice attività, un posticino, come Raspaldo e Bruno, da scritturale o magazziniere, qui alla fortezza, per tutto il periodo in cui gli ufficiali italiani prigionieri saranno qui di passaggio.

Dormirà in una cameretta separata, e mangerà abbondantemente. —

Io lo lascerò e sarò nuovamente solo: un morto che pensa e che si muove.

Ora, dopo che il soldato addetto al nostro servizio ci ha lavato le scodelle, bagnando d’acqua il pavimento già umido, mentre ancora qualcuno trova la forza di chiacchierare del più e del meno, finisco queste note e poi mi coricherò. —