Voci della Grande Guerra

Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #704

Torna alla pagina di ricerca

AutoreGadda, Carlo Emilio
Professione AutoreScrittore
EditoreGarzanti
LuogoMilano
Data1991
Genere TestualeDiario
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot149
N Pagine Pref
N Pagine Txt149
Parti Gold13-131
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

un camerone interno, coi soliti giacigli sovrapposti, freddo, umido, coi vetri rotti, (e la notte gela) pieno di paglia trita lasciata dagli ufficiali di passaggio, fu ed è la nostra dimora. —

La luce filtra da feritoie e da finestre interne a inferriata. —

L’accesso è una scaletta circolare, come nelle vecchie torri, coi gradini scavati e consunti dall’uso. —

Per star un po’più riparati io e Cola ci mettemmo in una piccola diramazione del camerone, ancor più oscura, a volta incrociata:

ha luce solo da una feritoia, i vetri sono rotti:

pare la prigione del Conte Ugolino, la classica prigione delle storie. —

Il cibo è il solito, la fame orrenda. —