Voci della Grande Guerra

Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #699

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AutoreGadda, Carlo Emilio
Professione AutoreScrittore
EditoreGarzanti
LuogoMilano
Data1991
Genere TestualeDiario
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot149
N Pagine Pref
N Pagine Txt149
Parti Gold13-131
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

uno conosceva anche il dialetto piemontese, l’altro aveva una faccia di spia o agente di professione.

Mi sottrassero le 150 lire in denaro italiano che ancor possedevo. —

Cola riconobbe nel sottotenente tedesco addetto alla sorveglianza del campo un commerciante di cotone che possiede un filatoio nella sua provincia: tipo rigido di tedesco all’ennesima potenza, magro, piccolo, biondo, zuccone. —

A sera venimmo portati alla Caponiera N.° 17 della fortezza, luogo orribile che mi depresse.

Questa «caponiera» è un saliente del forte, coperto d’erba e di prato e di terra come i vecchî bastioni, a forma di mastio circolare:

un camerone interno, coi soliti giacigli sovrapposti, freddo, umido, coi vetri rotti, (e la notte gela) pieno di paglia trita lasciata dagli ufficiali di passaggio, fu ed è la nostra dimora. —

La luce filtra da feritoie e da finestre interne a inferriata. —