Voci della Grande Guerra

Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #215

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AutoreGadda, Carlo Emilio
Professione AutoreScrittore
EditoreGarzanti
LuogoMilano
Data1991
Genere TestualeDiario
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot149
N Pagine Pref
N Pagine Txt149
Parti Gold13-131
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Rape e cavoli colte dai soldati nei campi.

Giorno 31 ottobre. —

Ieri salutai per un’ultima volta alcuni miei soldati (Raineri, Gandola, Dell’Orto Oscar e Luigi) ecc. che come le altre migliaia di soldati avevano pernottato sotto la pioggia all’aperto, fermi, dopo giorni e giorni di fame. —

Cercai a lungo, invano, il mio attendente Sassella, col quale mi ripromettevo di passare questo tempo di prigionia, essendo egli un’anima infinitamente più elevata di questi ufficiali che mi circondano, un’intelligenza bellissima e rara.

Lo cercai jeri e gli altri soldati mi dissero di averlo visto, ma stupidamente non l’avvertirono che io lo cercavo. —

Le cattive notizie e questa perdita mi fecero pazzo;

anche stamane cercai invano Sassella, ma egli deve esser partito stanotte.